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La persistenza della cultura fascista si manifesta nel comportamento della polizia

07-Gen-20

Mi hanno segnalato questo testo e volentieri lo ripubblico

https://thevision.com/attualita/cultura-fascista-polizia/ Di Alessandra Pellegrini De Luca 3 Gennaio 2020

 

Umberto Eco, in un piccolo saggio intitolato Il fascismo eterno, dedicato alla cultura che al fascismo sopravvive sotto “abiti civili” e “spoglie innocenti”, scriveva: “Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: ‘Voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!’. Ahimé, la vita non è così facile”. Parlare di “ritorno del fascismo”, infatti, resta tuttora un’arma spuntata, un’idea esagerata se col termine “fascismo” ci si limita al regime terminato nel 1943. Ma il fascismo non fu solo un regime storicamente definito. Il fascismo è anche e soprattutto un’ideologia – che evidentemente non è morta – e come tale si è costruita su un certo tipo di cultura. Ultimamente si è parlato spesso di fascismo. La retorica demagogica del populismo, il suo infarcirsi di un’idea di italianità astratta e usata come feticcio contro le “invasioni”, la crescita esponenziale di episodi di razzismo, se non di dichiarato neofascismo, le cene di partito dedicate alla Marcia su Roma con tanto di mascellare Mussolini stampato sul menù, le minacce a Segre perché ebrea: anche agli occhi dei più scettici, senza dover smascherare chissà quale arcano, tutto questo dovrebbe mettere in luce i contorni che la crisi della democrazia rappresentativa sta assumendo in Italia.
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One nation, tracked

06-Gen-20

An investigation into the smartphone tracking industry from Times Opinion
Twelve Million Phones, One Dataset, Zero Privacy

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Indymedia italia il nero racconta

06-Gen-20

Li ho riletti più volte e in effetti mi ritrovo in quasi tutto il racconto, a parte qualche coloritura del nero padano… 🙂
Spiegano molto di come eravamo e come siamo diventati quello che siamo e perché abbiamo fatto alcune scelte.
È un plurale che si spiega a pochi, ma quei pochi sanno perché lo uso.

leggetene se siete curiosi…
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Il classico dibattito sull’ecologia

06-Gen-20
Simpatico articolo di Giorgio Ieranò del 26.09.2019 su 24ilmagazine

Se Greta si fosse presentata al Pireo con una trireme verde, probabilmente l’avrebbero affondata. Per gli antichi, la natura era una risorsa da sfruttare senza troppi scrupoli. Eppure, già a quei tempi si parlava di emergenza rifiuti, disboscamenti indiscriminati, città congestionate. Tanto che Giulio Cesare inventò la Ztl

Le foreste dell’Amazzonia sono bruciate per tutta la scorsa estate. Ardevano, così ci è stato spiegato, perché i fazendeiros brasiliani cercavano nuovi spazi per le terre coltivate. Al vertice di Biarritz, i Paesi del G7 hanno lanciato l’allarme e hanno offerto fondi per salvare il polmone verde del pianeta. Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha risposto in modo sprezzante: «Usate quei soldi per riforestare l’Europa». Bolsonaro, si sa, ha un piglio autoritario, se non dittatoriale. Ma quello che è successo quest’estate in Amazzonia, in effetti, succede anche in Europa da secoli. Anzi, da millenni. Già Platone, nel suo breve dialogo Crizia (lo stesso in cui si tratta del mito della favolosa Atlantide), accenna alla deforestazione del territorio di Atene. Un tempo i dintorni della città erano fertili e coperti di boschi, mentre ora, scrive il filosofo, appaiono assai più nudi e aridi: le colline si sono inscheletrite, assomigliano a «ossa di un corpo malato». Un argomento ripreso alcuni anni dopo, con più forza, da Teofrasto, grande naturalista e discepolo prediletto di Aristotele. Il quale notava anche come la deforestazione mettesse a rischio tutto l’equilibrio ecologico di un territorio. Tagliando i boschi, scriveva, diventano più facili le inondazioni, perché le radici degli alberi trattengono invece l’acqua. Inoltre, si producono anche mutamenti climatici: la temperatura tende ad alzarsi. More…

Controllo delle nascite? Chiedete ad Aristotele

06-Gen-20
Richiamo un articolo simpatico di Giorgio Ieranò su 24magazine del 19.12.2019

Di questione demografica si discute da sempre. Se il filosofo tuonava contro il rischio sovrappopolazione (schierandosi per l’aborto), altri lanciavano l’allarme denatalità incolpando l’individualismo imperante. Proprio come succede nei dibattiti di oggi

Nell’antica Creta, racconta Aristotele, si era trovato un modo per regolare la crescita della popolazione. Il governo, da un lato, aveva incentivato la segregazione delle donne. E, dall’altro, aveva favorito l’omosessualità. Misure un po’ bizzarre, su cui il grande filosofo sospende il giudizio. Ma ispirate alle necessità di affrontare il problema cruciale del controllo delle nascite. È una questione che tendiamo a considerare tipica della modernità, nel suo duplice aspetto: il problema della sovrappopolazione e quello della denatalità. Ma in realtà è una questione antica, a cui proprio Aristotele attribuiva la massima importanza, in un testo che è fondativo di ogni scienza della politica (la Politica, appunto). «Bisogna limitare il numero dei figli per ciascuna famiglia», scriveva il filosofo, «se non si vuole far precipitare un gran numero di persone da uno stato di benessere a uno di povertà». Le risorse, sottolinea Aristotele, sono limitate. Un territorio non può sopportare più di un certo numero di abitanti. Se si eccede, si mette a rischio lo stesso ordine della società. Una città sovrappopolata diventa ingovernabile. «Se non si impongono restrizioni al tasso di natalità», conclude il filosofo, «la conseguenza inevitabile è la povertà. E la povertà produce, a sua volta, conflitti sociali e disordini».

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all togheter now

20-Dic-19

Simpatici ricordi

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Rete ferroviaria: controllato solo il 10% di ponti, viadotti e gallerie. L’allarme nei report segreti dell’Agenzia per la sicurezza

16-Dic-19

da businessinsider com

Solo il 10% di ponti, viadotti e gallerie della rete ferroviaria italiana gestita da Rfi è stato controllato, ispezionato e sottoposto a conseguenti interventi strutturali negli ultimi otto anni. E quando le ispezioni sono state fatte, spesso sono state fatte male. È la preoccupante verità contenuta del report segreto dell’Agenzia per la sicurezza ferroviaria (Ansf) che Business Insider Italia è in grado di svelarvi in esclusiva. La relazione – dal titolo “Gestione opere civili, relazione di sintesi attività Ansf”, datata 11 febbraio 2019, che fa il punto sullo stato dell’arte della manutenzione delle infrastrutture ferroviarie – non lascia per nulla tranquilli, tratteggiando un immediato parallelo con le mancanze sulla manutenzione della rete autostradale venute alla luce dopo il crollo del Ponte Morandi.

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Trasporti: Rapporto Mediobanca smentisce l’efficienza dei privati

16-Dic-19
5 dicembre 2019 di Marco Veruggio

I dati del rapporto annuale di Mediobanca sull’efficienza dei servizi pubblici nelle prime 10 città italiane smentiscono la retorica del ‘privato efficiente’. ATAF, l’azienda privatizzata da Renzi nel 2012, è al primo posto per ritardi e all’ultimo per gli investimenti, mentre Gest (tramvia) è l’azienda con meno ‘ricavi di mercato’, nonostante sia stata anch’essa privatizzata.

Il rapporto annuale dell’Ufficio Studi di Mediobanca ‘Indicatori di efficienza e qualità delle local utilities operanti nei dieci maggiori comuni italiani’, pubblicato nei giorni scorsi, fornisce parecchi dati interessanti sulla gestione di quattro servizi pubblici: acqua, aeroporti, igiene ambientale e trasporto pubblico locale a Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia, in totale un bacino di 8,7 milioni di persone, circa un settimo della popolazione italiana. More…

Non abboccare

04-Dic-19

Il territorio si sbriciola, in pericolo il 91% dei Comuni italiani

04-Dic-19

Una frana di Paese. Il crollo del viadotto sull’autostrada Torino-Savona conferma il trend. Secondo l’Ispra, l’Italia è uno dei Paesi europei più esposti a frane. Oltre sei milioni di italiani vive in zone a rischio alluvione e 1,2 milioni in aree franose

Domenica pomeriggio è crollato un viadotto lungo l’autostrada A6, la Torino-Savona. A venir giù sono venti metri d’impalcato, lungo la corsia diretta nel capoluogo piemontese. Il viadotto «Madonna del Monte» è stato investito da una frana: dal fianco della collina è scesa una colata di fango, che ha colpito la base dell’infrastruttura, come si vede nell’impressionante video diffuso dai Vigili del Fuoco.

Non è un secondo Ponte Morandi, perché non ci sono vittime e perché al netto di verifiche in corso sulla stabilità (la «Verdemare» è chiusa anche tra Millesimo e Savona in direzione della città ligure, per le verifiche in corso da parte dei tecnici della società concessionaria lungo la carreggiata sud) la responsabilità è dell’evento «franoso di eccezionali dimensioni, originato dalle incessanti ed eccezionali piogge che hanno colpito l’area del savonese negli ultimi giorni, staccatosi dalla sommità del versante della montagna sovrastante l’autostrada Torino-Savona e non di pertinenza della società concessionaria», come spiega un comunicato di Autostrade dei Fiori spa, una società del gruppo Sias, quotata in borsa e controllata dalla famiglia Gavio. More…